Lago Maggiore

Lago Maggiore: isole, ville e cime panoramiche

La sponda piemontese del Verbano è sempre stata considerata la più ricca del lago, la sponda “grassa”, e qui infatti ci sono le sue perle più belle. Non per niente Stresa è considerata la Montecarlo italiana, con alberghi storici lussuosissimi (e carissimi), e con una passeggiata sul lago tenuta con cura maniacale. Da modesto borgo, in pochi decenni divenne celebre località di villeggiatura. Per farsene un’idea basta guardare l’Hotel Regina Palace e il principesco Grand Hotel des Iles Borromèes (1861). Qui una notte può costare centinaia di euro, ma l’ambiente è degno della grandeur che doveva avere nella Belle Epoque, quando vi soggiornavano abitualmente scrittori, musicisti, sovrani e vip della finanza e della politica. Noi però abbiamo fatto base a Baveno, con prezzi più abbordabili. Tutti i paesi meritano comunque una visita. Quello che ci è piaciuto di più è Cannobio, meno caotico, con un bel lungolago, e vicoli del centro con inaspettate ricchezze architettoniche. Anche la parte vecchia del lungolago di Arona è bella, e l’imponente statua del Sancarlone è stata per me una piacevole riscoperta. Vuota dentro, alta 35 metri, si può salire all’interno e vedere il lago dagli occhi e dalle orecchie. C’ero stato quasi quarant’anni fà…
Oltre ai paesi cosa c’è da vedere? In primis le Isole Borromee, poi le antiche ville e, per finire, bisogna vedere il lago (o meglio i laghi) dall’alto. Quindi il Pizzo Faiè nel vicino Parco Nazionale della Val Grande e il Mottarone, conosciuto anche perchè tappa del Giro d’Italia.

Le Isole Borromee – Isola dei Pescatori, Isola Bella e Isola Madre: ci vuole un giorno intero per vederle tutte con calma. In tutti i paesi ci sono i traghetti per arrivarci, e ogni quarto d’ora circa c’è una corsa. Il fine settimana e i mesi estivi sono affollatissimi, quindi se possibile evitate. L’Isola dei Pescatori (o Isola superiore) è piccola e la visita veloce; addentratevi nei vicoli. L’Isola Bella è più grande e bisogna visitare il Palazzo Borromeo con il giardino all’italiana. L’Isola Madre, o Isola Maggiore, è la più grande delle tre. Anche qui è da visitare il Palazzo Borromeo, con il suo stupendo giardino botanico ricco di specie rare. A proposito, i biglietti di ingresso sono salati, ma valgono la spesa.

Le Ville – Di ville ce ne sono a decine, praticamente in ogni paese o paesino. Noi ci siamo dedicati alle più belle a detta di tanti: Villa Taranto a Pallanza e Villa Pallavicino a Stresa. La prima ha un giardino con 20 ettari di vegetazione di grande pregio botanico. Questo immenso patrimonio è dovuto alla passione del capitano scozzese McEacharn, innamoratosi del luogo negli anni ’30: da allora, ha dedicato la sua vita ad arricchire il giardino con piante rare da tutto il mondo. La seconda è un immenso parco ottocentesco con un parco zoologico. Il giardino è in stile “disordinato” ma piacevole, e gli animali in gabbia mettono tanta tristezza, ma merita comunque una visita.

Cime panoramiche – Dopo aver girato e rigirato lungo il lago, lo abbiamo visto dall’alto. Prima da nord, dal Pizzo Faiè, nel Parco della Val Grande. A dire il vero il nostro obiettivo era Cima Sasso, ma la foschia e le nuvole ci hanno fatto desistere dalla notevole, e poi inutile, faticata. Dalle Baite di Ompio si sale verso il rifugio Cai A.Fantoli da dove si inizia a salire fino ad arrivare a una sella con una croce di ferro. Qui si devia a sinistra e con un ripido sentiero si arriva in vetta. Sono circa 400 m di salita impegnativa, ma il panorama sui laghi ripaga: Maggiore, Orta, Varese, Mergozzo, Monate e Comabbio. Noi non siamo stati fortunati, c’era foschia. Per vederli da sud si sale invece sul Mottarone. Si arriva in auto perchè la funivia attualmente non funziona. Si lascia l’auto ai parcheggi degli impianti sciistici e si prende il sentiero con indicazione Rifugio Cai Alpe Nuovo e poi Monte Zughero. Perchè direte voi se è anche più basso? Perchè non c’è nessuno, mentre sul Mottarone regna il caos, specie nei fine settimana. Il punto di vista cambia completamente rispetto al Faiè: sempre i laghi ma con le Alpi svizzere dietro, il ramo nord del Lago Maggiore, la Val d’Ossola e, sulla sinistra, si intravede il massiccio del Rosa. Il ritorno può essere fatto per lo stesso sentiero o, dal rifugio, si possono seguire le altre indicazioni Mottarone. I tempi sono gli stessi. L’itinerario è facile e i dislivelli minimi.
Su Google Maps si può vedere la mappa satellitare con i nostri percorsi e, qui in basso, si può scaricare la traccia GPS.