Toscana: Isola d’Elba GTE

GTE Grande Traversata Elbana

Siamo nella terra delle leggende. La prima riguarda la nascita delle isole dell’arcipelago: quando la Venere Tirrenica, dea dell’amore e della bellezza, emerse dal mare, il diadema che portava al collo si ruppe e sette preziose gemme, cadendo in mare, si trasformarono in isole. Nacquero cosi Giglio, Capraia, Gorgona, Pianosa, Giannutri, Montecristo e l’Elba, la più grande. Invece, a Portoferraio, c’è la spiaggia dove, sempre secondo la leggenda, sbarcarono gli Argonauti di Giasone, di ritorno dalla Colchide dove avevano conquistato il vello d’oro. I ciottoli bianchi e neri, caratteristici di questa spiaggia, presentano striature scure create dal sudore degli argonauti durante l’approdo.
Invece, non è leggenda che la GTE, Grande Traversata Elbana, sia uno dei trekking più belli d’Italia. Attraversa in gran parte il crinale della catena montuosa dell’isola, e si può percorrere tutto (da Cavo a Pomonte) in quattro o cinque giorni; permette di avvicinare tutti gli ecosistemi dell’isola e il suo patrimonio naturalistico, dalle coste ai boschi, per arrivare in cima al monte Capanne, a 1019 metri, dove lo sguardo spazia a 360°. I continui affacci sui quattro versanti dell’isola permettono di ammirare panorami infiniti verso la Corsica, verso tutte le isole dell’Arcipelago e la costa toscana. Sotto di noi i piccoli porti e le minuscole spiagge dei paesi costieri, che appaiono all’improvviso dalla vegetazione, fatta di piccoli boschi e macchia mediterranea con le sue fioriture.
Noi abbiamo scelto di percorrerlo in quattro tappe, scendendo sempre verso il mare per i pernottamenti. Più faticoso, permette però di vedere gran parte dell’isola. In totale sono 60 km, con quasi 4000 m di dislivello in salita e altrettanti in discesa. I sentieri sono ben segnati (Info dettagliate sul sito del CAI Isola Elba) e anche se i segni sono sbiaditi dal tempo, si possono percorrere tranquillamente con una buona cartina. Di seguito, una descrizione sintetica delle tappe con segnalate le difficoltà che abbiamo trovato. In basso è comunque possibile scaricare la traccia GPS per il navigatore. Su Google Maps è possibile vedere il nostro percorso su mappa satellitare.

1^ Tappa: da Cavo a Porto Azzurro, 17 km, +1070 -1070
Per la prima tappa ci sono due possibilità: la prima è quella di seguire il percorso originale della GTE, che porta all’estremo nord dell’isola ma allunga la tappa di circa 5 km e aumenta i dislivelli di oltre 100 m. Noi invece, avendo già percorso la parte nord in un’altra occasione, siamo partiti dal porto di Cavo e abbiamo preso il sentiero che sale direttamente al crinale sulla GTE; parte da Via Faleria ed è ben segnato. Dopo il Monte Grosso per circa 2 km il sentiero è disagevole, con grosse pietre smosse e rallenta il cammino. La sera che siamo arrivati abbiamo pernottato all’Istituto San Giuseppe, ottimo rapporto qualità/prezzo e aperto tutto l’anno. Invece a Porto Azzurro è aperto tutto l’anno l’Hotel Plaza, ottimo, camera e colazione vista mare, ma un po caro.

2^ Tappa: da Porto Azzurro a Procchio, 20 km, +900 -900
Abbiamo tralasciato la salita al M.Orello perchè coperto dalle nuvole. Il sentiero non è particolarmente difficile, ma nell’ultimo tratto, dopo il M.S.Martino, si cammina male perchè le moto da fuoristrada e l’acqua hanno scavato canali profondi anche fino al bacino. Pernottamento all’Hotel Edera a Procchio, con un buon rapporto qualità prezzo e aperto quasi tutto l’anno.

3^ Tappa: da Procchio a Poggio, 13 km, +1020 -700
Impegnativa la salita al Monte Perone, praticamente un fosso di scolo dell’acqua in verticale. Mette a dura prova come anche la macchia che chiude il sentiero. Attenzione, il sentiero n°22 segnato sulla carta Kompass dell’Elba è stato dismesso, quindi per scendere a Poggio bisogna prendere il successivo (125, ma sulla carta non numerato) oppure la strada asfaltata che si incrocia dopo il M.Perone. Abbiamo pernottato a Poggio, ma il B&B al momento mi risulta chiuso. Ci sono degli affittacamere, ma vanno contattati in loco. Per la cena, consiglio vivamente la trattoria Sciamadda, dove abbiamo gustato i migliori piatti di tutto il viaggio, accompagnati dalla simpatia e competenza del proprietario.

4^ Tappa: da Poggio a Pomonte, 12 km, +840 -1150
Lunga e impegnativa la salita al Capanne, ma il panorama ripaga la fatica. Per discendere dalla cima sulla GTE c’è un breve tratto di sentiero attrezzato su pietre, non difficile, basta fare attenzione. Il sentiero per scendere a Pomonte è abbastanza disagevole per le pietre smosse e la fitta macchia e si cammina lentamente; sebbene siano solo 12 km occorrono 6 ore di cammino effettivo per tutta la tappa (come ci avevano preannunciato). Pernottamento all’Hotel Sardi con vista mare al tramonto, aperto quasi tutto l’anno. Segnalo anche l’Ogliera che invece apre tutto l’anno.