Delta del Po

Il Delta del Po in bicicletta

Una terra relativamente nuova, nata verso la fine del sedicesimo secolo, quando i veneziani con il Taglio di Porto Viro cambiarono il corso alla storia del Delta, armati di un esercito di vanghe e carriole. Al fine di impedire l’interramento della Laguna di Venezia, il fiume fu tagliato dove oggi c’è, appunto, il paese di Taglio di Po. E cosi, in circa duecento anni, è nata tutta la zona che oggi si chiama Porto Tolle, zona da noi scelta per il nostro giro. Le isole di Cà Venier, Donzella e Polesine Camerini, sono state la nostra meta, arrivando a nord fino alla foce dell’Adige, a Rosolina Mare.
La cosa che più ti impressiona percorrendo gli argini, è che vedi i campi più in basso dell’acqua. E la cosa ti fa pensare. A quanto questa terra sia in bilico, in balia dei capricci del grande fiume che raccoglie tutte le acque della Val Padana, e al ritmo delle piene e delle secche modifica lentamente la geografia del territorio, creando nuovi canali e nuove isole, rubando spazio al mare, che viene subito occupato dall’uomo. Ma che quando si gonfia diventa terribile, vuole riprendersi tutto, senza sconti. L’uomo lotta, e le tante idrovore che incontri lungo il cammino lo dimostrano. D’altra parte non si può abbandonare una terra così ricca e fertile, fatta di sedimenti finissimi e facilmente lavorabili, che porta anche un’altra nuova ricchezza, il turismo. Un turismo che apprezza sempre di più la bellezza e la tranquillità delle escursioni lungo i canali e gli incontri, anche ravvicinati, con la fauna locale.

Abbiamo fatto base a Cà Tiepolo, in posizione strategica per i giri in bicicletta, all’albergo Italia, confortevole con un buon rapporto qualità/prezzo. Abbiamo trovato cortesia e disponibilità, ottimo anche come ristorante, convenzionato per il noleggio biciclette. Il top della gastronomia però lo abbiamo trovato all’ittiturismo Villa Martina; hanno un vantaggio, il pesce se lo allevano. Invece, per il giro a Rosolina Mare abbiamo noleggiato le bici da Porzionato Cicli Noleggio aperto tutto l’anno.
I giri non sono impegnativi, dai 50 ai 60 km escluso il primo sull’isola Camerini di 35, ma fatto in mezza giornata, di acclimatamento alla bici (al sellino soprattutto…). Dislivelli? Massimo 20/30 metri al giorno, certo non da professionisti.
Isola di Polesine Camerini – Giro per il pomeriggio del giorno in cui siamo arrivati, tagliato della parte più a sud dell’isola perchè non abbiamo avuto abbastanza tempo. Caratteristica dell’isola è la grande centrale termoelettrica Enel il cui camino, alto 250 metri, si vede da tutto il Delta. Si pedala sugli argini tra il Po di Venezia (il maggiore per portata) con a sinistra il villaggio dei pescatori di Pila, la Sacca del Canarin e il Po delle Tolle, con una puntata nel paesetto di omonimo dove si può vedere il palazzo padronale costruito nel 1886 dalla famiglia Camerini, allora proprietaria dell’isola. Lungo il percorso troviamo anche l’idrovora Boscolo, una delle prime costruite nella zona.
Isola di Cà Venier – Compresa tra il Po di Venezia e il Po di Maistra, con questo giro si arriva vicino al punto più estremo delle foci del Po, verso la laguna di Barbamarco e l’isola della Batteria. Obbligatoria una visita a Pila dove si trova uno dei centri di raccolta delle vongole più importanti della zona. Da vedere anche il mercato ittico dove si svolgono le aste del pescato, e il villaggio dei pescatori. Dopo Pila si sale verso nord in direzione di Boccasette, facendo una deviazione all’omonima, bellissima, spiaggia. Da Boccasette, attraversando il ponte di barche si fa ancora una puntata verso Valle Scanarello, una delle zone più remote e meno frequentate del parco. Qui e facilissimo avvistare fauna acquatica. Torniamo quindi indietro al ponte di barche e seguiamo l’argine sul Po di Maistra, fino all’idrovora San Giorgio dove, in base al tempo a disposizione, si può continuare il giro dell’isola fino a Cà Venier, oppure, come abbiamo fatto noi, tagliare a sinistra verso San Giorgio e il ponte sul Po di Venezia.
Sacca di Scardovari – Il meteo metteva tempo molto brutto nel pomeriggio quindi, per accorciare il giro e rientrare prima, ci siamo fatti portare con il pulmino fino al ponte di barche di S.Giulia. Da qui si prosegue verso sud, lungo la strada che costeggia tutta la sacca, fino a Barricata, con la sua piaggia che è tra le più apprezzate e frequentate del Delta. Lo dimostra il grande campeggio. La Sacca è la laguna più grande del Delta, e il più grande centro di raccolta italiano per la mitilicoltura. Lungo i suoi margini si vedono decine e decine di Cavane, caratteriste capanne su palafitte per i pescatori. Si può fare una sosta all’Oasi di Cà Mello, ultima testimonianza di un delta d’altri tempi. Dopo Barricata si sale lungo il Po delle Tolle verso gli abitati di Bonelli e Scardovari dove si possono vedere le prime tradizionali case polesane in laterizio, con camino a dado e canna fumaria esterna. Costeggiando il Po di Venezia si torna al punto di partenza.
Rosolina Mare e Po di Levante – Da Rosolina Mare si sale sull’argine dell’Adige e si scende lungo la strada che attraversa la Palude Casonetto, le valli di Spolverina, Segà, Capitania, Veniera e Segreda. In questo tratto la fauna acquatica è numerosissima in tutte le stagioni dell’anno. Bellissimi i casoni di Valle Veniera, Valle Capitania e la chiesa di Moceniga, isolata nei campi e recentemente riportata alla sua bellezza. Arrivati al Po di Levante ci dirigiamo a sinistra verso Porto Levante che, abbiamo scoperto essere raggiungibile solo in traghetto. Abbiamo fatto quindi una deviazione verso l’isola Albarella, purtroppo chiusa anche al traffico pedonale. Il ritorno è per lo stesso percorso ma, tornati sull’argine dell’Adige, lo seguiamo fino alla sua foce per vederla dall’alto della torre panoramica.

Su Google Maps è possibile vedere la mappa satellitare con i nostri percorsi e, qui in basso, si può scaricare la traccia GPS e la carta turistica della zona.