Il ghiacciaio dei Forni e dintorni
Ho trascorso una settimana a Bormio nel lontano Agosto 1996, con il CAI, una delle mie prime settimane in montagna. Non fu una delle migliori causa il cattivo tempo, con pioggia e neve. Rinunciammo a diverse salite come quella al rifugio Casati sul Cevedale (visto tra le nuvole), ma riuscimmo, in un giorno di bel tempo, a fare un bel trekking sul Ghiacciaio dei Forni, la mia prima esperienza sul ghiaccio con ramponi e piccozza. Rimasi impressionato dalla bellezza dell’ambiente, dai crepacci e dai seracchi più o meno grandi, dall’azzurro intenso del ghiaccio, e soprattutto mi sorprese la facilità con cui ci si muove sopra in cordata. Dopo, con il tempo, ho scoperto che non tutti i ghiacciai sono cosi facili, anzi.
Dopo venti anni ho deciso di ritornarci, con Cinzia. Lei non era mai stata sul ghiaccio e volevo fargli provare questa esperienza, ricordandomi la facilità della mia prima volta. Base ancora a Bormio e subito all’ufficio guide per prenotare. Siamo rimasti un po’ sorpresi quando la guida cercava di convincerci a fare la vetta del Cevedale: “Ci portiamo tutti, anche i bambini”. Chissà perchè, non per il prezzo che più o meno era lo stesso. Dopo un giorno di pensa e ripensa decidiamo per il ghiaccio. Sveglia all’alba e via, verso il ghiacciaio, o meglio di quello che rimane, essendosi ridotto di circa un terzo (vedi ultime due foto). Non solo, nella parte terminale verso la bocca il ghiaccio è ricoperto da pietre e ciottoli che rendono molto difficile il cammino con i ramponi. L’ambiente è comunque ancora bello. Una fatica del diavolo, e quando arriviamo al pianoro a 3000 metri è gia tardi e non c’è tempo di farci un giretto sopra. Solo allora la guida ci dice che abbiamo fatto la parte più difficile per salire alla Punta San Matteo, a 3678 metri, da li in poi è una passeggiata di poco più di un’ora. Ecco perchè cercava di convincerci a fare il Cevedale, perchè al confronto è una passeggiata. Comunque, nonostante la settimana di bel tempo, non sono riuscito a raggiungere il rifugio Casati, base di partenza per il Cevedale. E’ iniziato a piovere prima degli ultimi 200 metri di salita, quando il sentiero diventa più brutto e scivoloso: inutile salire tra le nuvole.
Di seguito riassumo le escursioni più belle fatte in questi giorni. In basso è possibile scaricare la traccia Gps di alcune, anche se gli itinerari sono tutti ben segnalati. E, già che siete a Bormio, non mancate di salire ai passi più famosi della zona: io li ho fatti tutti, Stelvio 2758 m, Gavia 2652 m, Mortirolo 1852 m, Foscagno 2291 m, Forcola di Livigno 2315.
Passo Gavia – Dal rifugio Berni, 2 km prima del passo, si sale alla Capanna Battaglione Ortles, oggi attrezzata a Bivacco. Il sentiero è ben segnato e richiede circa 5 h di cammino senza le soste, con 800 m di dislivello. Fantastico punto panoramico sui dintorni, con numerosi resti di opere belliche. Traccia Gps scaricabile in basso.
Val Viola – E’ una delle vallate più belle della zona e vi si accede da Arnoga, lungo la strada che porta verso Livigno. Il primo tratto di strada (5 km), essendo asfaltata, conviene farlo con la navetta a pagamento. Noi siamo arrivati in fondo, al confine con la Svizzera, dove ci si affaccia sul secondo lago di Val Viola. Da qui si intravede sotto di noi il Rifugio Saoseo, dove lo scorso anno eravamo arrivati con le ciaspole dalla Val di Campo.
Monte Vago – Dalla Forcola di Livigno si sale al M.Vago, bel punto panoramico su Livigno e sul gruppo del Bernina. Facile nel primo tratto, più impegnativo nel tratto finale su cresta con sfasciumi, ci vogliono circa 5 h senza le soste con 850 m di dislivello. Per la cronaca, non siamo arrivati in vetta perchè occupata da un branco di camosci. Traccia Gps scaricabile in basso.
Laghi di Cancano – Per completare la giornata del ghiacciaio dei Forni visita ai laghi di Cancano. Dalla strada per Livigno si sale su ripidi tornanti e una stretta galleria finale fino alle Torri di Fraele (1930 m), di origine medievale, che facevano parte del sistema fortificato della Valtellina. Da queste si vede un bel panorama sulla conca di Bormio e la Valdidentro. Dalle Torri si scende poi ai due grandi laghi di Cancano dove è possibile fare varie escursioni intorno.
Rifugio Casati – Dall’ex albergo dei Forni (2200 m) si sale su sentiero ben segnato al Rifugio Pizzini Fràttola (2700 m). Da qui con una ripida salita si arriva al Passo del Cevedale (3266 m) e poi al Rifugio Casati (3254 m), punto di partenza per le ascensioni al Cevedale. Noi siamo tornati indietro agli ultimi 200 m causa pioggia e nuvole. Tutto il percorso richiede circa 6 h senza le soste con circa 1000 m di dislivello.
Passo Stelvio – Si può salire a punta Rosa (3026 m) con un facile itinerario ben segnato in circa un’ora. Il sentiero parte dal Rif.Garibaldi e attraversa una zona con ruderi e testimonianze della guerra. P.Rosa è un balcone panoramico sul gruppo dell’Ortles, e particolarmente belle sono le lunghe e seraccate lingue glaciali delle vedrette di Madaccio, Trafoi e Ortles. Noi non le abbiamo viste perchè coperte dalle nuvole…
Su Google Maps è possibile vedere i nostri percorsi su mappa satellitare e, qui in basso, si può scaricare le tracce GPS di alcuni di essi.
Capanna Battaglione Ortles Val di Campo Livigno dal Monte Vago La strada per i laghi di Cancano Rifugio Pizzini Frattola m.2700 Bormio dal nostro albergo I tornanti dello Stelvio Dal passo dello Stelvio La bocca del ghiacciaio dei Forni Ghiacciaio dei Forni Ghiacciaio dei Forni quota 3000 Ghiacciaio dei Forni 2016 Ghiacciaio dei Forni 1996